Gesù e due miracoli messi in dubbio dalla scienza: né moltiplicazione dei pani e dei pesci né pesca miracolosa?

Spiegazioni scientifiche per i miracoli di Gesù: studio sul Lago di Tiberiade indaga fenomeni naturali alla base dei Vangeli.

Due celebri miracoli attribuiti a Gesù, narrati nei Vangeli, potrebbero avere una spiegazione scientifica che sfida la tradizionale interpretazione religiosa (o, meglio dire, ridimensiona notevolmente l’aspetto “miracoloso”). Un recente studio condotto da ricercatori esperti propone una base plausibile per comprendere i fenomeni legati al Mare di Galilea, oggi noto come Lago di Tiberiade in Israele.

Secondo gli studiosi, eventi naturali potrebbero essere stati alla base della cosiddetta “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” (raccontata in tutti e quattro i vangeli, così come la risurrezione) e della “Pesca miracolosa” (raccontata sia nel vangelo secondo Luca che nel vangelo secondo Giovanni). Entrambi gli episodi evangelici raccontano come Gesù sia riuscito a procurare una straordinaria quantità di pesci per i suoi discepoli. Tuttavia, la ricerca ipotizza che queste abbondanti catture possano essere state il risultato di morti di massa di pesci, provocate dalla carenza di ossigeno nelle acque del lago.

Gli scienziati hanno osservato che venti forti potrebbero aver mescolato gli strati del lago, portando l’acqua priva di ossigeno dagli strati profondi a quelli superficiali. Questo fenomeno avrebbe causato la morte di grandi quantità di pesci, che sarebbero affiorati galleggianti in superficie, facilitandone la raccolta. Eventi simili si sono verificati in epoca moderna, con episodi documentati già dagli anni ‘90 e ancor più di recente nel 2022 presso l’estuario di Tzalmon del lago.

Il fenomeno naturale descritto potrebbe offrire una chiave interpretativa per comprendere la narrazione biblica. In particolare, si ipotizza che la “Moltiplicazione dei pani e dei pesci”, dove cinque pani e due pesci furono sufficienti per sfamare una folla di 5.000 persone, possa essere collocata in tarda primavera o all’inizio dell’estate, quando le variazioni di temperatura contribuiscono al fenomeno del “pesce morto”.

Yael Amitai, ricercatrice dello studio, ha dichiarato al Times of Israel: «Il Lago di Tiberiade è stratificato, con uno strato superiore caldo e ossigenato e uno inferiore freddo e privo di ossigeno». Gli autori dello studio sottolineano che le conoscenze attuali sull’ecosistema del lago potrebbero fornire una spiegazione scientifica plausibile ai racconti biblici.

Questa ipotesi segue un altro recente studio che ha messo in discussione l’autenticità della Sindone di Torino, che alcuni considerano la reliquia del sudario di Cristo. Secondo gli studiosi, è improbabile che l’impronta impressa sul telo sia riconducibile al corpo di Gesù, nonostante molti vedano nelle sue caratteristiche una somiglianza con il “Figlio di Dio”.

Insomma, da più parti si cerca di neutralizzare la figura di Gesù Cristo, cercando di farlo passare per poco più che un millantatore (al pari del simpatico Gesù proposto dai Griffin in una gustosa, quella sì, scenetta). Chissà perché c’è chi percepisce questa necessità, in un’era di già pervadente secolarizzazione.

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