Il Mistero di Arslan Kaya: decifrato un messaggio antico 2600 anni

Decifrato un messaggio millenario ad Arslan Kaya, monumento frigio in Turchia dedicato alla dea madre Cibele.

Un enigmatico messaggio inciso su un antico monumento noto come Arslan Kaya, legato alla leggendaria figura del re Mida (sì, proprio colui il quale trasformava mer*a in oro) è stato finalmente decifrato dopo oltre due millenni. La scoperta è avvenuta nel sud della Turchia, grazie a uno scatto fortunato realizzato da Mark Munn, storico e professore di Archeologia e Storia greca presso la Pennsylvania State University.

Il monumento, alto 16 metri e scolpito per somigliare alla facciata di un edificio, è ornato da leoni, sfingi e dall’immagine di una dea, identificata come la “madre divina”. L’iscrizione, a lungo illeggibile, riporta il termine “Materan”, che in antiche lingue indoeuropee significa “dea madre”.

Arslan Kaya è uno degli otto monumenti simili situati nelle alture della Frigia, una regione tranquilla dell’Anatolia occidentale, un tempo cuore del regno frigio. Questo popolo, attivo tra il 1200 e il 600 a.C., venerava Cibele, la dea madre della natura e della fertilità. e Munn ha sottolineato che il culto di questa divinità aveva un ruolo centrale nella religione politeista frigia.

Durante una visita nell’aprile scorso, condizioni di luce favorevoli hanno permesso al ricercatore di catturare dettagli della pietra che erano sfuggiti agli studiosi precedenti. Confrontando le sue immagini con quelle storiche del XIX e XX secolo, Munn ha confermato la presenza del nome “Materan” al centro dell’iscrizione, risolvendo una controversia scientifica lunga decenni.

“Se la luce non è quella giusta, queste tracce si confondono con le crepe della roccia” ha spiegato – a testimonianza che questa scoperta (come molte scoperte d’altra parte) è stata più o meno fortuita. Secondo Munn, il termine Materan è la forma accusativa di “Mater”, e potrebbe essere parte di una frase che include un verbo o un dedicante.

Lo studioso ha inoltre precisato che Arslan Kaya, datato al VI secolo a.C., è l’unico tra i monumenti frigii noti a presentare contemporaneamente il nome e l’immagine della dea madre. Purtroppo, gran parte del monumento ha subito danni significativi a causa dell’opera dei cercatori di tesori e dell’erosione.

“Non mi aspettavo di scoprire nulla di nuovo – ha ammesso Munn – ma sono stato fortunato a notare dettagli che non erano stati osservati prima”. La sua analisi dettagliata ha confermato che l’iscrizione era dedicata alla dea madre, un elemento che getta nuova luce sulla cultura frigia e consentirà di avanzare negli studi sulla popolazione indoeuropea stanziata nell’Anatolia centro-occidentale (chiamata da loro Frigia, con capitale Gordio).

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