Anche le formiche nel loro piccolo… serbano rancore: uno studio dimostra che non dimenticano (e non perdonano)

Le formiche ricordano gli odori degli aggressori e modificano il loro comportamento. Uno studio svela nuovi dettagli sulla loro memoria.

Perdona e dimentica è una gradevole canzone di qualche anno fa de I Cani, gruppo di Niccolò Contessa (Niccolò Contessa è I Cani). Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano è il titolo di un libro di qualche anno fa di Gino e Michele. In questo caso non parliamo di cani, ma di formiche – che non si incazzano ma se la legano al dito e, a differenza della canzone de I Cani, non perdonano e non dimenticano.

Uno studio di un gruppo di biologi evoluzionisti dell’Università di Friburgo, guidato da Volker Nehring e dalla dottoranda Mélanie Bey, ha dimostrato che questi insetti regolano il loro comportamento in base a interazioni passate e che non agiscono solo per istinto, ma apprendono dall’esperienza. Non si limitano soltanto a non cicalare, quindi.

Nel corso dello studio in questione, le formiche sono state messe ripetutamente a confronto con membri di un nido rivale. Quelle che in precedenza avevano subito attacchi da specifici avversari mostravano una maggiore aggressività nei loro confronti, mentre reagivano con meno ostilità verso formiche di nidi sconosciuti o non minacciosi.

I risultati, pubblicati su Current Biology, confermano che le formiche distinguono i membri del proprio gruppo dagli estranei attraverso segnali chimici unici. Studi precedenti avevano già evidenziato che tendono a essere più aggressive con i vicini piuttosto che con nidi più distanti, ma le ragioni di questo comportamento non erano ancora chiare (e no, alla fine non si trattava di campanilismo).

Il team di Nehring ha quindi  scoperto che le formiche non si limitano a riconoscere gli estranei: memorizzano l’odore specifico degli aggressori e regolano di conseguenza la loro reazione. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno condotto un esperimento in due fasi. Inizialmente, diversi gruppi di formiche sono stati esposti a incontri ripetuti con conspecifici: alcuni con membri del proprio nido, altri con individui aggressivi di due diversi nidi rivali. Dopo cinque giorni di test, è stata analizzata la loro reazione a nuovi incontri con gli stessi avversari.

Le formiche che avevano già avuto scontri con membri di un nido rivale si comportavano in modo significativamente più aggressivo rispetto agli altri gruppi. Per approfondire il ruolo del comportamento dell’avversario, gli scienziati hanno ripetuto l’esperimento introducendo una variabile: alcune formiche rivali sono state rese passive attraverso la rimozione delle antenne. I risultati hanno rivelato che le formiche precedentemente esposte solo a concorrenti passivi rispondevano con meno aggressività nella seconda fase del test.

“Spesso pensiamo agli insetti come esseri programmati per reagire in modo automatico” – osserva Nehring: “Il nostro studio dimostra che, invece, anche le formiche imparano dalle esperienze e possono persino serbare rancore”.

Don’t mess with the ants, quindi.

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