Osservata la stella morente WOH G64: un evento cosmico unico che svela i misteri della nascita e morte delle stelle (di cui siamo figli).
Si nasce e si muore tutti, perfino le stelle (ricordiamo come Tutto l’universo nasce e muore di continuo e se ne frega / Dei progetti e degli amori e dei miei fallimenti). D’altro canto, pur non essendo nulla di unico, la morte di una stella rappresenta ai nostri occhi di miserabili e microscopici esseri umani uno dei fenomeni più affascinanti dell’universo. Recentemente, gli scienziati sono riusciti a ricorstruire per la prima volta un’immagine ravvicinata di WOH G64, una gigante rossa in fase terminale situata a circa 160.000 anni luce dalla Terra, nella Grande Nube di Magellano. Questo straordinario traguardo scientifico è stato raggiunto utilizzando le osservazioni combinate di quattro telescopi, permettendo di esplorare con dettagli senza precedenti le ultime fasi della vita di una stella massiccia.
La stella WOH G64, con un diametro stimato 1.500 volte quello del nostro Sole (che è oltre 100 volte più grande rispetto alla Terra – rendiamoci ancora una volta conto di quanto siamo microscopici), sta esaurendo il proprio combustibile nucleare. Questo processo è segnato dall’emissione di gas e polveri stellari che suggeriscono il suo avvicinarsi al collasso. Nonostante la distanza immensa della stella in questione da noi, l’immagine ricostruita ci mostra come potrebbe apparire questa stella, gettando nuova luce sul ciclo vitale degli astri.
Osservando la morte (non in diretta) di una stella
Vale la pena sottolineare – ed è oltremodo affascinante anche questo aspetto – che ciò che osserviamo oggi risale a circa 100.000 anni fa, dato il tempo impiegato dalla luce per raggiungere il nostro pianeta. Questo significa che la stella potrebbe già essersi trasformata o non esistere più, un dettaglio che potremo verificare solo nei prossimi millenni (se continueremo ad esistere).
Le stelle, in base alla loro massa e dimensioni, vivono destini molto diversi. Gli astri più piccoli, come il Sole, terminano la loro vita rilasciando strati esterni che formano una nebulosa planetaria. Il nucleo rimanente si trasforma in una nana bianca, destinata a raffreddarsi gradualmente. Le stelle più grandi, invece, vivono una fine spettacolare: esplodono in supernove, fenomeni estremamente energetici che possono generare buchi neri o stelle di neutroni, oggetti incredibilmente densi e compatti.
Le esplosioni di supernova non segnano solo la fine di una stella, ma contribuiscono alla formazione di nuovi elementi chimici. Durante questi eventi cosmici, materiali pesanti come l’oro e l’uranio si formano e si diffondono nello spazio, arricchendo la materia che darà vita a nuove stelle, pianeti e, in ultima analisi, alla vita stessa.
Questa scoperta su WOH G64 non è solo un traguardo scientifico, ma un passo avanti nella comprensione del ruolo delle stelle nel plasmare l’universo che conosciamo.